domenica 8 maggio 2016

Risotto alla birra con gorgonzola piccante


Alcune festività entrate ormai nell'uso corrente hanno spesso un'origine antica o politicamente rilevante e sono poi state riprese, rielaborate e riadattate per fini commerciali. È questo il caso della Festa della Donna, che dovrebbe essere un'occasione per una riflessione critica sul femminismo ed è diventata la giornata in cui è 'da galantuomini' regalare un rametto di mimosa ad una donna andando a snaturare completamente il significato della giornata. Medesima sorte hanno gran parte delle festività religiose, riti che dovrebbero essere osservati in piena pace dello spirito e purezza d'animo e che invece sono spesso l'occasione soltanto per il consumo acritico di merci e parentele. La festa della Mamma in realtà non ha subito molte modifiche nel corso degli anni e ha mantenuto saldo il principio maschilista della donna sposa e madre prolifica. È stata infatti inventata durante il Ventennio, nel 1933, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, quando le lotte risorgimentali delle donne, spessissimo anche madri, per i diritti civili erano stati fagocitati da uno dei peggiori regimi dittatoriali del Novecento, il Fascismo, che si è trovato in buona compagnia col Nazismo, col Franchismo e con lo Stalinismo e suoi derivati. La Festa della Mamma è stata poi riproposta da associazioni di fiorai liguri con l'intento di sponsorizzare la vendita di fiori. Ideata dall'ideologia fascista è stata dunque riportata in auge con chiaro e palese intento consumistico. L'elemento da sottolineare in questo caso è certamente la coerenza, la chiarezza con cui si è cercato, riuscendoci alla perfezione, di costruire un'operazione da mercanti riadattando in forma contemporanea slogan dell'era fascista. La festa c'è, si celebra e i bambini nelle scuole vengono invitati a preparare oggettini da regalare alle mamme. Si può immaginare dunque di agire criticamente su qualcosa creato in modo poco rispettoso per le donne e soprattutto per tutte le donne che lottano quotidianamente per l'affermazione dei propri diritti di cittadine libere. Partiamo dunque da ciò che c'è di bello: la maternità è qualcosa di talmente meraviglioso e complicato che andrebbe festeggiato tutti i giorni dell'anno. Qualcosa che dovrebbe essere ripensato soprattutto in relazione alla paternità, al ruolo sempre più attivo e partecipato del padre, tenendo sempre in conto che la maternità è creazione, è la fase più naturale e più difficile che le donne si trovano ad affrontare. Una madre è certamente una donna che riceve volentieri un fiore ma è anche la stessa persona che sa di dover difendere quel fiore con le unghie e con i denti ed è la medesima persona che vive, ama, respira, sa essere felice e triste. Il ruolo della madre sembra a volte costruito come una gabbia intorno alla donna, che sia un obbligo sociale a cui non ci si può non attenere o semplicemente una forma di repressione politica. Ma non è un ruolo quello che le donne svolgono quando diventano madri, è qualcosa di molto, molto diverso che va oltre qualunque forma di comprensione razionale. Con l'augurio che questa giornata della madre sia un modo per riaffermare i diritti fondamentali di donne, uomini e bambini all'interno di una società che si spera sia sempre più libera e aperta, questa ricetta riflette l'amarezza e la dolcezza che si esprimono in modo assoluto nell'essenza stessa della maternità.


Riso arborio
Cipolla bianca da forno
Birra chiara
Acqua
Sale
Gorgonzola Croce piccante
Latte intero
Olio extravergine di oliva


Fare un soffritto leggero con poca cipolla tritata in olio e acqua. Aggiungere il riso crudo, far brillare, salare lievemente, aggiungere birra. Quando si asciuga il liquido aggiungere acqua con pochissima birra, far cuocere girando costantemente. A cottura quasi ultimata aggiungere il Croce a pezzettini e dunque un goccetto di latte. Inpiattare e servire con un fiore commestibile.

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