martedì 17 maggio 2016

Fagottini con Gorgonzola piccante e sciroppo d'acero

“Il problema del terrorismo è mettere al sicuro i profughi”. Questo ha detto, e fatto, il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, figlio di Pierre Trudeau, il Primo Ministro canadese che promulgò l'Atto del Multiculturalismo e sotto la cui direzione si sviluppò il più dirompente e rivoluzionario movimento pacifico di liberazione del Novecento, la cosiddetta 'rivoluzione sessuale'. Un movimento le cui parole d'ordine erano 'pace' e 'amore' e che si propagò con la forza delle onde oceaniche dalle università canadesi alla Costa Occidentale statunitense per poi approdare in Francia, in Italia e in tutta Europa.

Non stupisce che Justin abbia seguito le orme di Pierre e se è vero quello che diceva il genio tra i geni, Leonardo da Vinci, che 'tristo è quel discepolo che non avanza il maestro' il bel sorriso impresso sul faccione contento del premier più fotogenico del pianeta è un segnale inequivocabile. Trudeau padre ha osservato e risolto brillantemente la questione delle moderne società multiculturali e il figlio ha impallinato il terrorismo riportando la questione a semplicissime priorità. Se ci sono popolazioni in pericolo il problema non è il blaterante di turno, il problema è mettere al sicuro le popolazioni in pericolo. Un rovesciamento del punto di vista, da luogo dell'osservazione a punto di essere, momento dell'essere e dell'agire. Dal guardare la questione dall'alto del proprio scranno di potere al decidere in base all'ovvio senso di partecipazione e civiltà democratica.

Il Primo Ministro canadese ha agito ascoltando la propria natura, i principi fondamentali della civiltà occidentale, quella del rispetto fondamentale dei diritti umani e delle libertà individuali e collettive.

È uno ma le sue parole e le sue azioni non cadono nel vuoto.

D'altronde la libertà e la pace sono difficilissime da costruire, è un processo lento e che deve essere costantemente rivitalizzato, anche dalla testardaggine di una persona o di un gruppetto di persone. Questo è il caso di Louis-George Tin, classe 1974, che è riuscito a mobilitare l'opinione pubblica su quello che oggi ci sembra un'ovvietà, attuando un rovesciamento di senso, anche semantico, del concetto di malattia e di 'salute' mentale applicato alla libertà di scelta. Il 'malato mentale', ha dimostrato Tin, non è chi ha un orientamento sessuale piuttosto di un altro, bensì chi ha un timore talmente forte della sessualità libera da definirla 'malattia', perversione e deviazione comportamentale, come è stato il caso della 'bibbia medica' di psicologi e psichiatri che fino al 17 maggio 1990 tale definiva l'omosessualità. E così il 17 maggio è diventata la giornata contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Importantissimo è l'uso delle parole in questa occasione, non si celebra infatti la giornata per l'orgoglio omosessuale, bensì la giornata contro la fobia della libertà di scelta, e non è un caso che Louis-George Tin si occupi contestualmente di xenofobia.

Questa ricetta è ideata dunque per celebrare idealmente la giornata con gioia, unendo agli intensi sapori europei la morbidezza dello sciroppo d'acero.


Farina sabina

Lievito di birra

Acqua

Gorgonzola Piccante Croce

Sciroppo d'Acero Biologico


Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua, mettere a lievitare. Dall'impasto ricavare dischetti di circa 2,5cm di spessore e 7cm di diametro, farcirli con cubetti di Gorgonzola piccante Croce e un goccino di sciroppo d'acero, chiudere e infornare per meno di una ventina di minuti in forno caldo a circa 200°C-220°C.

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