Saraceno è
una parola di etimologia incerta e incerto ne è il significato.
Nell'era moderna si tende a farla combaciare con le popolazioni
medio-orientali ma in realtà i saraceni erano anche gli Andalusi, i
Turchi, i Mauritani, anche detti Mori, e, nella Chanson de Roland,
finanche i Baschi erano indicati col nome di 'saraceni'.
San Isidoro
di Siviglia, Dottore della Chiesa, figlio di una famiglia patrizia
romana, arcivescovo spagnolo e soprattutto grande intellettuale
vissuto tra il VI e il VII secolo fu uno di quei personaggi grazie ai
quali i posteri hanno potuto attingere all'enorme patrimonio di
sapere 'occidentale' che stava per andare disperso nella Spagna
visigota.
Egli raccolse tutto ciò che era conosciuto in quell'epoca
e lo conservò, fu considerato un grande sapiente che convertì la
Spagna al Cattolicesimo e venne creato santo, così come sua sorella
Santa Fiorenza, badessa di una quarantina di conventi, e i suoi
fratelli San Leandro e San Fulgenzio.
Grande appassionato di musica,
redasse la prima forma di enciclopedia, ben prima dell'Enciclopedia
o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri
di Diderot e D'Alembert, e pertanto è stato designato Patrono della
Rete da Giovanni Paolo II nel 2002.
La sua definizione di 'saraceno',
riportata dall'enciclopedia libera online Wikipedia, è: «I Saraceni
sono così chiamati perché sostengono di essere discendenti di Sarah
o, secondo altri, perché sono di origine siriana. Vivono in un vasto
deserto. Essi sono chiamati Ismaeliti perché derivano da Ismaele. O
ancora Agareni, da Agar.», Isidoro di Siviglia, Etimologie,
IX, 2,57.
Pare
che li accomunasse, però, una tecnica di azione particolarmente
brutale. Entravano nelle città, velocemente saccheggiavano e
rapivano persone per schiavizzarle e poi scomparivano.
Non c'è
dunque da stupirsi se la diffidenza verso i 'saraceni' si sia
sviluppata in modo piuttosto uniforme in tutto il Nord del
Mediterraneo, seppure vi siano tantissimi esempi di grande liberalità
delle arti proprio nelle stesse aree, segno tangibile e
inequivocabile della enorme cultura araba e dei tantissimi contatti
che da secoli hanno caratterizzato le popolazioni mediterranee ed
europee più in generale.
La diffidenza è stata ampiamente
alimentata, poi, dai racconti cavallereschi e dall'epica che diede
origine alla letteratura in lingua volgare, la Chanson de geste con i
racconti delle gesta di Paladini di Francia senza macchia e senza
paura in cui però era facile riconoscere tratti tipici dell'animo
umano e di Saraceni spregiudicati, furbi, intriganti e
invariabilmente cattivi.
I cantori di tali narrazioni raccontavano
anche le faccende di paesi e paesini, portavano notizie e
divertimento e ponevano le basi per la creazione dei tipi fissi della
cosiddetta Commedia dell'Arte, ma questa è un'altra storia.
In altre
parole, non c'è poi tanto da stupirsi se l'espressione 'Mamma li
Turchi' ancor oggi veda gli abitanti dell'antica Costantinopoli,
odierna Istanbul, quali invasori e terribili mostri che
periodicamente vengono evocati, magari per giustificare l'acquisto di
qualche nuova portaerei, ma anche questa è un'altra storia.
Ora il
sapere che San Isidoro, Averroè e i tanti monaci amanuensi si sono
premurati di conservare è molto più facilmente fruibile, è
considerato un diritto.
Il sapere è conditio
sine qua non
per l'essenza stessa delle società contemporanee fondate sulla
democrazia e dunque sul conoscere per deliberare eppure ancor oggi,
nell'epoca dell'informazione luminosa, pare che il principio della
conoscenza, non soltanto di quella appresa con lo studio sui libri ma
anche quella del dialogo, della libertà, sia qualcosa su cui
lavorare ampiamente e alacremente per creare pacifiche unioni tra le
popolazioni ed evitare in tal modo scontri poco fruttuosi per
chiunque tranne per i trafficanti senza scrupoli di armi e persone, i
veri 'saraceni' dell'era moderna che spessissimo si presentano in
giacca e cravatta.
Questa
ricetta, nel venticinquesimo anniversario della storica data del 6 agosto 1991, in cui Tim
Berners-Lee mise on line la prima pagina del World Wide Web, è ispirata ai
tanti punti di contatto, alle tante possibilità di dialogo tra una
sponda e l'altra del Mediterraneo e tra una sponda e l'altra
dell'Oceano per creare ideali ponti luminosi di conoscenza contro la
negazione stessa della libertà e della vita democratica.
Olio
extravergine
Grano
saraceno Ecor
Acqua
Vino
mentanese Garibaldino bianco
Alici
sottolio
Foglie di
cipollina fresca
Pomodori
secchi
Aglio
Peperoncino
Sale
Far scaldare
l'olio con le foglie di cipollina lavate e tagliate a listerelle, i
pomodori secchi lavati e tagliati a listerelle, l'aglio tagliato
sottilissimo, qualche alice franta sul piatto con la forchetta,
aggiungere il grano saraceno, girare bene, sfumare col vino quindi
aggiungere acqua e vino, salare poco, coprire e far cuocere a fuoco
medio non troppo basso. Servire con un filo di olio a crudo caldo
oppure freddo.
Nessun commento:
Posta un commento