Si parla
spesso di immigrazione, di difficoltà che si incontrano sulla strada
della coesistenza pacifica, d'altronde oggi vedere una fotografia di
londinesi ad un concerto di, per dire un nome a caso, The Beatles in
cui le facce sono soltanto bianche e tipicamente britanniche fa un
certo effetto, sembra quasi una messa in scena. L'immagine che
abbiamo della popolazione nelle grandi capitali europee è molto
simile a quella che si potrebbe avere del centro di Roma quando
l'Urbe era la capitale dell'Impero Romano o nella corte Este-Gonzaga
a Mantova. Persone da ogni angolo del Pianeta o quasi vestite nei
modi più diversi, colori e profumi di luoghi vicini o apparentemente
lontani, suoni e idiomi differenti che si intrecciano in luoghi in
cui discutere e ragionare, si fa per dire, di politica, filosofia,
arte e scienza. Eppure fino ad una trentina di anni fa a Roma si
faceva ancora distinzione tra romani di settima generazione e tutti
gli altri, un insieme che comprendeva quelli che arrivavano dalla
provincia e dalle altre regioni italiane. Oggi è impensabile
camminare in una città italiana e non vedere persone di nazionalità
differenti e questo è certamente un indice di sviluppo economico e
al contempo di grande sofferenza. Se l'Italia non era, e forse non è,
più stata meta di immigrazione dopo la caduta dell'Impero Romano ma
certamente terra di emigrazione verso Paesi più floridi perché più
democratici e più liberi, c'è forse da gioire e non da barricarsi
in casa per paura dell'altro, di ciò che non sembra essere l'ovvio.
Gli italiani oggi sono, ancor più evidentemente di prima, una
mescolanza di nazionalità e questo può certamente essere un
importante dato di sviluppo. È anche vero che talune problematiche
possono essere più aspre in contesti più variegati ma gli italiani
hanno sviluppato nei millenni una caratteristica che li accomuna
oltre alla 'passione' per il calcio e per il 'panem', la resilienza
che si nota in modo netto nella enorme biodiversità.
Questa
ricetta è ispirata alla resilienza e alla capacità tutta italiana
di unire e ricreare sapori.
Spaetzle di
spinaci Ca' Bianca
Acqua
Sale
L'Originalissimo
Bergader
Latte di riso
biologico Fiorentini
Menta fresca
Parmigiano
Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore
In un
pentolino far sciogliere il Bergader in un po' di latte di riso con
delle foglioline di menta fresca lavate e spezzettate
grossolanamente. Porre parte della cremina nel piatto di portata,
dunque lessare gli spaetzle, scolarli e metterli nel piatto,
aggiungere il condimento, spolverare generosamente con Parmigiano
grattugiato e girare bene. Servire caldi o intiepiditi.
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