giovedì 27 ottobre 2016

Amaranto con curcuma fresca, sidro delle Asturie, patate americane, fagiolini e tonno affumicato

Amaranto con curcuma fresca, sidro delle Asturie, patate americane, fagiolini e tonno affumicato

Nel 2016 si festeggia il ventesimo anniversario del Consorzio Sabina D.O.P., un momento importante per il primo olio a ricevere il prestigioso riconoscimento europeo che premia un nettare facilissimo da utilizzare in cucina perché caratterizzato da un sapore che non copre gli altri, bensì si armonizza perfettamente con gli alimenti. In realtà l’olio prodotto nella Sabina reatina e romana è, seppur con le modificazioni delle tecnologie, quello utilizzato dalle leggendarie madri involontarie di quel popolo che riuscì a creare uno tra i più importanti e tecnologicamente, socialmente, culturalmente progressisti, per l’epoca, imperi dell’antichità. I Sabini popolavano, spesso insieme ai Latini, territori che nel tempo non hanno perso una sostanziale, seppur non fattuale, unità territoriale ed erano una popolazione pacifica, non rissosa e molto lontana negli usi e costumi dallo spocchiosissimo miles gloriosus tanto magistralmente inscenato da Plauto. Attualmente la Sabina non ha ancora, tranne per l’eccezione che conferma la regola del Consozio, creato una effettiva unità territoriale, non ha costruito momenti di coesione al di fuori dagli spazi religiosi e quindi non ha costruito una rete di socialità e di partecipazione civica tale da poter essere considerata alla stregua della Maremma Toscana o della Val d’Orcia. I vent’anni del Consorzio Sabina D.O.P. e gli sforzi compiuti in questi quattro lustri fanno ben sperare ma finché le persone del posto non capiranno che è necessario creare coesione civica al di fuori dalle religioni ci sarà ben poca possibilità di agire concretamente per creare quello sviluppo sostenibile che costituisce l’unico futuro, e presente, per un’area tanto bella da poter essere soltanto potenzialmente considerata a forte vocazione turistica e artigianale.
Questa ricetta è ispirata a quelle piccole meraviglie che portano avanti l’Italia, nonostante tutto e nonostante l’insopportabile giogo religioso che impedisce e ostacola la crescita economica, sociale e civile del nostro Paese.

Amaranto Rapunzel
Aglio rosso di Sulmona dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Curcuma fresca
Sale iodato
Olio extravergine di oliva
Sidro Sueve Sidreria Crespo
Acqua
Curry mild biologico
Paprika dolce
Semi di finocchio dai Monti Iblei
Patate americane
Fagiolini
Patate americane
Tonno affumicato Sapor Maris


In una pentola bassa dal fondo alto scaldare olio e acqua con uno spicchio d’aglio tagliato a fettine sottili, la curcuma sbucciata e lasciata intera, il curry, i semi di finocchio e una spolverata di paprika dolce, versare a pioggia l’amaranto, salare e girare, quindi sfumare col sidro. Aggiungere acqua per circa il doppio, quasi il triplo del volume. Abbassare la fiamma, far bollire con la pentola coperta a fuoco basso per circa una mezz’oretta, cinque minuti prima della fine della cottura togliere il coperchio e far evaporare l’acqua in eccesso girando per evitare che si attacchi al fondo. Nel frattempo cuocere al vapore i fagiolini lavati e privati del cornetto e del picciolo e le patate americane sbucciate e tagliate a pezzi non troppo grandi. Nella pentola di cottura dell’amaranto aggiungere i fagiolini spezzettati, le patate e qualche ritaglio di tonno affumicato Sapor Maris, accendere la fiamma e ripassare per qualche istante per far amalgamare il tutto, eventualmente aggiungendo qualche fogliolina di menta fresca.  

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