Melanzane sottaceto
Gli Stati democratici che
perseguono la pace spesso festeggiano nelle ricorrenze civili nazionali grandi
battaglie. È questo il caso, ad esempio, della Festa della Liberazione del 25
aprile.
I romani dicevano ‘se vuoi la pace, prepara la guerra’, ma
tanti anni sono passati da quelle parole e ci sono nel mondo anche esempi di
Paesi perfettamente funzionanti e democratici in cui gli eserciti non esistono.
D’altronde l’esercito ha un costo enorme per una società e, certo, se una
nazione deve fare delle scelte, e se è democraticamente solida, le spese
maggiori nel bilancio nazionale dovrebbero essere per la cultura, l’educazione,
le infrastrutture, la salute e tutto ciò che va ad assicurare la pace interna,
ad assicurare che siano in atto le condizioni necessarie e sufficienti affinché
i cittadini possano far fronte ai bisogni primari e affinché la società possa
creare sviluppo sostenibile anche per le generazioni future. Un presente
dignitoso e un futuro sereno per i cittadini dello Stato stesso proprio per
garantire il livello più alto dell’esercizio della democrazia.
Questo, ovviamente in un mondo in cui tutti gli stati
decidessero di vivere in modo democratico, ma molti passi sono ancora da
compiere affinché ciò avvenga.
Nel frattempo le parole degli antichi romani si tingono di
nuove sfumature, assumono nuovi significati e così la necessità degli eserciti
viene considerata un importante pilastro dell’organizzazione degli stati anche
e soprattutto se inserito in un quadro internazionale, e oggi si può anche
tranquillamente dire, extra-terrestre.
Sebbene vi siano molti motivi e moltissime occasioni per
celebrare lo spirito nazionale e l’idea stessa di Patria continua ad essere
celebrata festeggiando, un po’ come facevano gli antichi romani sui sepolcri
sparsi ai lati delle vie che portavano all’Urbe, con cibo e felicità, il
sacrificio in battaglia di valenti e valorosi eroi.
E spesso di inermi civili.
Non che non vi siano occasioni per celebrare semplicemente la
felicità e l’orgoglio che deriva dal sentirsi cittadini di una nazione di cui
si è fieri, eppure le festività nazionali vanno spesso di pari passo con la memoria
di chi ha sacrificato sé stesso per l’ideale della patria, per l’idea di Stato.
Ed è più che giusto ricordare, è più che giusto celebrare e
rendere omaggio al merito, al valore di chi ha reso possibile la libertà dei
cittadini liberi.
Sarebbe opportuno pensare, però, e in Italia di esempi ce ne
sono tantissimi, la nascita di Dante Alighieri o di Raffaello Sanzio o ancora
di Leonardo da Vinci potrebbero certamente essere assurte a motivo di orgoglio
nazionale, che la nazione, lo Stato e il senso di appartenenza patriottico non
è fatto soltanto di sacrificio, dolore, lacrime e sangue.
Si potrebbe pensare che i moderni Stati democratici sono tali
proprio perché c’è stato chi ha saputo immaginare, pensare, realizzare sogni
che sembravano utopie irrealizzabili finché non le hanno realizzate. Qualunque nazione
ha il suo conto in passivo per quanto riguarda il sacrificio delle persone, di
civili e di militari, ma pochi sono gli Stati che possono davvero gloriarsi di
aver avuto e aver saputo dar voce, espressione e forza a idee, ideali e sogni
di libertà.
Celebrare il sacrificio delle vittime, che siano esse
militari o civili uccisi in una barbara strage, e rendere il dovuto onore a chi
ha saputo pensare quelle idee per cui quel sacrificio e quelle lacrime sono
tanto più salate, tanto più pesanti da far scorrere sulle gote di chi festeggia
è, e dovrebbe essere il più alto atto di patriottismo che si possa immaginare.
Questa ricetta, in cui si conserva per l’inverno il sapore
dell’estate, è ispirata alla bellezza di gioire insieme, di rendere sacri anche
i momenti in cui vivere appieno la propria libertà di cittadini liberi nati in
Paesi liberi.
Melanzane
Sale iodato
Aceto
Olio extravergine di oliva
Vino bianco
Acqua
Lavare le melanzane, tagliarle per il lato corto in fette di
meno di un centimetro, metterle sotto sale a spurgare. Quindi asciugarle
tamponandole. Far bollire a fuoco vivace un composto di acqua, aceto e vino con
una proporzione di circa 1 parte di acqua, 2 parti di aceto e 1 parte di vino.
Quando giunge a bollore tuffarvi le melanzane tamponate per non più di 3 o
quattro minuti, scolarle anche se l’acqua, vino e aceto non è riarrivata a
bollore. Scolarle per almeno una
giornata su uno stendibiancheria coperto con canovacci pulitissimi, quindi
tamponare via l’aceto residuo e mettere in barattolini pressando bene, coprire
con l’olio fino all’orlo cercando di far uscire tutta l’aria con la forchetta.
Nessun commento:
Posta un commento