Timballo di miglio e
gorgonzola piccante
Molte persone di fronte all’obiezione ‘è impossibile’
ridacchiano, storcono il naso o guardano con incredulità chi ha sollevato tale
assurda pretesa. La cultura italiana è una dimostrazione costante di questa
impossibilità dell’impossibilità, tutta l’arte italiana e le complesse
architetture, tutte le coltivazioni e le differenti sfumature del ‘possibile’
rendono unico il BelPaese. Non vi è paesino italiano, o quasi, in cui non sia
presente una dimostrazione tangibile delle sfide umane all’impossibile.
Impossibile sarebbe che una torre pendente rimanga in piedi per secoli,
impossibile sarebbe il foro nella volta del Pantheon romano, impossibile
sarebbe stato dipingere piedi sporchi accanto ad una Madonna come ha fatto
Caravaggio, impossibile sarebbe stato immaginare un elicottero come ha fatto
Leonardo, impossibile sarebbe stato decifrare e salvare dalla barbarie cinese i
preziosissimi codici custoditi nei monasteri tibetani come ha fatto Tucci,
impossibile sarebbe stato far scrivere su uno stesso giornale tirolesi tedeschi
e italiani come ha fatto Langer, impossibile sarebbe stato dipingere per una
donna come Artemisia, impossibile sarebbe stato dipingere per Giotto la
Cappella degli Scrovegni con le poche e scarse conoscenze medievali,
impossibile era che la Terra girasse intorno al Sole come dimostrò Galileo il
Linceo. Senza guardare le eccellenze più note si potrebbe pensare che è
impossibile che la stragrande maggioranza del Patrimonio UNESCO di tutto il
Pianeta sia concentrato in Italia, impossibile o quantomeno improbabile è
pensare che un Paese tanto piccolo racchiuda in sé la più alta e diversificata
biodiversità della Terra eppure forse è soltanto, come afferma la fisica, se
qualcosa è impossibile forse non è stato ancora trovato il modo di osservarlo. Nelle
cucine italiane questo concetto tanto complicato in fisica è di una semplicità
che rasenta l’ovvietà, impossibile non è una parola che rientra nel lessico
culinario della penisola a forma di stivale.
Questa ricetta, elaborata per una persona che non ama il
sapore del miglio, è ispirata a tutte le impossibilità rese possibili con l’aiuto
di un pizzico di fantasia e creatività.
Gorgonzola piccante Croce
Uova da allevamento a terra cruelty free
Curcuma fresca
Patate
Carote
Gomasio
Sale grigio di Bretagna
Sale iodato fino
Olio extravergine di oliva
Funghi champignon
Ricotta di mucca
Sesamo
Semi di finocchietto selvatico dai Monti Iblei
Acqua
Miglio Alce Nero
Sbucciare le patate e grattare le carote, tagliarle in pezzi
grossolani e cuocerle al vapore. A parte cuocere il miglio in acqua bollente a
sufficienza per farlo crescere senza affogarlo, con un pizzico di sale iodato,
semi di finocchietto selvatico, curcuma fresca sbucciata e tagliata a metà per
il lato lungo. Quindi frangere le patate e le carote, salarle leggermente con
sale grigio di Bretagna, mischiare al composto il miglio, facendo attenzione a
togliere la curcuma. Quindi aggiungere le uova sbattute in base alla consistenza
del composto, non troppe, non è una frittata, ma neanche troppo poche che poi
non amalgamano. Dunque aggiungere qualche pezzetto di gorgonzola piccante,
qualche fungo lavato e tagliato mediamente, la ricotta, in base alla
consistenza e amalgamare per bene. Porre il tutto in una teglia ben oliata,
lisciare la superficie con l’apposita palettina, cospargere con semi di sesamo
e Gomasio, poco olio.
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