martedì 25 ottobre 2016

Minestrone amarognolo con curcuma fresca


Minestrone amarognolo con curcuma fresca

«Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" – non possono sentire la musica delle sfere.». Questo pensiero, riportato su Wikipedia è attribuito ad Albert Einstein.
La genialità che esprimeva attraverso formule fisiche e matematiche nonché tramite l’amore incondizionato per i gelati, ha una sua forma di completezza in questa frase che qualunque ateo profondamente convinto, e quindi senza necessità di confutare alcunché, della giustezza delle proprie idee non può non fare propria e condividere.
Parlare di musica delle sfere forse potrebbe sembrare un modo come un altro per significare spiritualità, conoscenza profonda al di là e al di sopra di qualunque chiusura mentale, sia essa derivante dalla religione, sia essa derivante dalle religioni di atei e non religiosi o dalla scienza. Un ateo fanatico è molto simile ad un inquisitore domenicano, ad uno scienziato oltranzista o a qualunque fanatico di qualsiasi ideologia.
L’ateismo è una predisposizione dell’animo umano alla libertà e pertanto un ateo non fanatico difficilmente ama gabbie e incasellamenti, dogmi e preconcetti fondati su ipotesi e su una tra le tante possibilità di comprensione e sistemi per spiegare cosa sia effettivamente il vivere, negandosi e negando agli altri, con la certezza della fede nel proprio fanatismo l’essenza stessa di ciò che pretendono di conoscere senza ombra del minimo dubbio.
La frase più bella e più cristiana mai ascoltata da un vero cristiano è stata, di fronte ad una dichiarazione di ateismo, “anch’io sono ateo”, una frase pronunciata da un prete di strada cui venivano i nervi a sentir nominare il ‘cristianesimo moderato’ cui rispondeva con l’umorismo mugugnante genovese “non mi risulta che Cristo sia morto di raffreddore”. Il prete era Don Andrea Gallo, una persona che aveva trovato la via verso la conoscenza nella bellezza del vivere. Chiunque riesca a comprendere, anche soltanto per un istante, la meravigliosa bellezza in cui siamo immersi e di cui siamo parte e partecipi non si pone più il problema delle religioni, non si pone più la questione delle ideologie, semplicemente trova quella necessaria coscienza che rasenta l’assoluto in cui si è qui ed ora e contestualmente ovunque e in qualunque tempo.
Tale comprensione è in forma di istanti per gran parte delle persone poi ricomincia il tran-tran quotidiano eppure esistono molti modi per ritrovare quel principio di assolutezza, in piccoli gesti, nelle gentilezze, in un pensiero carino, in un fiore di campo, in una carezza o in un piatto preparato senza fretta, come un minestrone che cuoce a lungo prima di trovare il suo gusto peculiare.  

Finocchi
Funghi champignon
Spinaci freschi
Radicchio lungo
Rucola
Patate gialle abruzzesi
Cipolla ramata
Carote
Acqua
Olio extravergine di oliva
Sale grigio di Bretagna
Curcuma fresca
Maggiorana


Sbucciare carote, patate e curcuma, pulire i finocchi, lavarle insieme alle altre verdure. Metterle in pentola, aggiungere abbondante acqua e far cuocere a lungo. Eventualmente aggiungere fiocchi d’avena o miglio. 

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