domenica 2 ottobre 2016

Patatas bravas piccanti rielaborate

Patatas bravas piccanti rielaborate

Un viaggio è sempre foriero di nuove idee e spunti, soprattutto in cucina. Si possono trovare sapori esotici e si possono scoprire personaggi e storie da raccontare, come facevano le donne.
La narrazione femminile in effetti è spesso associata alle ninnenanne, alle fiabe e non si prende quasi mai in considerazione l’esistenza di poetesse, scrittrici, compositrici. Tanto meno vien da pensare che possa esserci stato quello che oggi si definirebbe un movimento, una corrente letteraria femminile del Medioevo. Si è infatti, e spesso a ragione, tentati di bollare circa un millennio come ‘oscuro’ tempo in cui tutte le conoscenze si erano perdute nelle remote reminiscenze della dissoluzione imperiale. Molte abilità, moltissimi saperi del saper fare, del saper costruire e progettare andarono effettivamente dispersi dopo la dissoluzione dell’Impero romano e la condizione delle donne fu più umiliante e triste che mai. Sovente si paragona a quella degli attuali regimi dittatoriali sedicenti islamici ma spesso, per quanto possa sembrare assurdo, era anche peggiore. Conseguenza logica di tale affermazione sarebbe dar pressoché per certa l’assenza di una letteratura prodotta da mani femminili, soprattutto se associate alla creazione musicale e poetica, arti più che proibite in molte parti d’Europa e certamente precluse al genere femminile. Eppure la logica unita all’ignoranza spesso acceca il lume della conoscenza e ci fa dare per ovviamente inesistenti delle realtà che invece erano se non fiorenti comunque non inusuali, quali le donne compositrici e cantore di creazioni in versi con soggetti anche espliciti. Forse a ben guardare, o semplicemente a dare uno sguardo superficiale al Decamerone di Boccaccio qualche dubbio sulla effettiva presenza femminile nella storia musicale e letteraria europea potrebbe anche sorgere ma siamo tutti troppo presi a mirar colei che tanto gentile e tanto onesta pare quand’ella altrui saluta per renderci conto degli universi di suoni, parole e suggestioni che arrivano proprio dall’Epoca di Mezzo.
Questa ricetta è una rivisitazione di una prelibatezza assaggiata in Spagna, che ha tante versioni e tante declinazioni da far pensare alle infinite possibilità della conoscenza e della rielaborazione della stessa.  

Olio extra vergine di oliva
Patate con la buccia sottile, novelle possibilmente non troppo trattate
Aglio rosso di Sulmona del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Sale iodato, poco
Paprika dolce
Paprika piccante, pochissima
Peperoncino, una punta
Aceto di vino bianco
Pepe nero, una spolveratina leggerissima

Lavare bene le patate con tutta la buccia, se è molto sottile, altrimenti sbucciarle. Tagliarle in fette di circa un centimetro di spessore, metterle brevemente ad insaporire con aceto, mix di paprika, una spolverata minima di pepe nero appena macinato, un pizzico di sale.

Far scaldare abbondante olio in una padella abbastanza larga con uno spicchio d’aglio in camicia, asciugare le patate dal liquido, lasciandolo da parte, metterle nell’olio caldo, girare, aggiungere il poco liquido del condimento e un pezzetto di peperoncino da togliere eventualmente, far cuocere a fuoco vivace. Scolare su carta assorbente o servire così oppure con un formaggio fresco cremoso quale il robiolino. 

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