Patatas bravas piccanti
rielaborate
Un viaggio è sempre foriero di nuove idee e spunti,
soprattutto in cucina. Si possono trovare sapori esotici e si possono scoprire
personaggi e storie da raccontare, come facevano le donne.
La narrazione femminile in effetti è spesso associata alle
ninnenanne, alle fiabe e non si prende quasi mai in considerazione l’esistenza
di poetesse, scrittrici, compositrici. Tanto meno vien da pensare che possa
esserci stato quello che oggi si definirebbe un movimento, una corrente
letteraria femminile del Medioevo. Si è infatti, e spesso a ragione, tentati di
bollare circa un millennio come ‘oscuro’ tempo in cui tutte le conoscenze si
erano perdute nelle remote reminiscenze della dissoluzione imperiale. Molte
abilità, moltissimi saperi del saper fare, del saper costruire e progettare
andarono effettivamente dispersi dopo la dissoluzione dell’Impero romano e la
condizione delle donne fu più umiliante e triste che mai. Sovente si paragona a
quella degli attuali regimi dittatoriali sedicenti islamici ma spesso, per
quanto possa sembrare assurdo, era anche peggiore. Conseguenza logica di tale
affermazione sarebbe dar pressoché per certa l’assenza di una letteratura
prodotta da mani femminili, soprattutto se associate alla creazione musicale e
poetica, arti più che proibite in molte parti d’Europa e certamente precluse al
genere femminile. Eppure la logica unita all’ignoranza spesso acceca il lume
della conoscenza e ci fa dare per ovviamente inesistenti delle realtà che
invece erano se non fiorenti comunque non inusuali, quali le donne compositrici
e cantore di creazioni in versi con soggetti anche espliciti. Forse a ben
guardare, o semplicemente a dare uno sguardo superficiale al Decamerone di
Boccaccio qualche dubbio sulla effettiva presenza femminile nella storia
musicale e letteraria europea potrebbe anche sorgere ma siamo tutti troppo
presi a mirar colei che tanto gentile e tanto onesta pare quand’ella altrui
saluta per renderci conto degli universi di suoni, parole e suggestioni che
arrivano proprio dall’Epoca di Mezzo.
Questa ricetta è una rivisitazione di una prelibatezza
assaggiata in Spagna, che ha tante versioni e tante declinazioni da far pensare
alle infinite possibilità della conoscenza e della rielaborazione della stessa.
Olio extra vergine di oliva
Patate con la buccia sottile, novelle possibilmente non
troppo trattate
Aglio rosso di Sulmona del Parco Nazionale del Gran Sasso e
Monti della Laga
Sale iodato, poco
Paprika dolce
Paprika piccante, pochissima
Peperoncino, una punta
Aceto di vino bianco
Pepe nero, una spolveratina leggerissima
Lavare bene le patate con tutta la buccia, se è molto
sottile, altrimenti sbucciarle. Tagliarle in fette di circa un centimetro di
spessore, metterle brevemente ad insaporire con aceto, mix di paprika, una
spolverata minima di pepe nero appena macinato, un pizzico di sale.
Far scaldare abbondante olio in una padella abbastanza larga
con uno spicchio d’aglio in camicia, asciugare le patate dal liquido,
lasciandolo da parte, metterle nell’olio caldo, girare, aggiungere il poco
liquido del condimento e un pezzetto di peperoncino da togliere eventualmente,
far cuocere a fuoco vivace. Scolare su carta assorbente o servire così oppure
con un formaggio fresco cremoso quale il robiolino.
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