Bistecchine di soia con
pomodori dell’orto e menta fresca
‘Morale’ è una strana parola che incute diffidenza e grandi
sbadigli, fa immediatamente pensare alla negazione della parola stessa
‘moralismo’ e si procede oltre senza pensare che la parola in questione è
particolarmente importante per la vita individuale e civile delle persone.
Chiunque ha una propria ‘morale’, sa cosa pensa essere giusto e cosa ritiene
essere sbagliato e applica a qualunque azione della propria esistenza tale
criterio di giudizio. Spesso per definire i margini della propria ‘morale’ ci si
affida a religioni o a modelli sociali ‘preconfezionati’, già elaborati e
testati da altri, altre volte si attua una riflessione critica sul sistema di
valori in cui si vuole agire coscientemente, in ogni caso si ‘mescolano’
suggestioni, idee, modelli e concetti elaborati da altri con le proprie
intrinseche condizioni. Non esiste una via più o meno facile per definire la
propria morale perché qualunque opzione si scelga la morale non si può imporre.
Dimostrazione ne sono gli innumerevoli precetti di qualunque religione per
andare a condizionare pensieri, idee, azioni individuali e agire civile,
convivialità e l’attenzione che viene tributata a qualunque mezzo di
informazione, comunicazione, divertimento e svago. Che c’entrano la religione e
il governo con il divertimento? Assolutamente nulla, verrebbe da pensare eppure
è dalla notte dei tempi che la religione controlla qualunque forma di
divertimento in cui vi sia una partecipazione pubblica, come nel caso di baccanali,
feste dionisiache, sagre e feste paesane, e privata, dalla sessualità ai
rapporti familiari, fino alla definizione di precetti per qualunque tipo di
rapporto tra individui e la collettività. Gli antichi romani avevano capito che
‘panem et circenses’ era la formula per controllare e gestire il consenso da
parte della cittadinanza e da molti anni i mezzi di comunicazione di massa
stanno abbassando il livello qualitativo di contenuti e immagini con il risultato
di creare un fondamentale disinteresse per qualunque forma di partecipazione
alla vita civile e soprattutto di assoluta noncuranza per tutto ciò che è
cultura, riflessione critica, ragionamento. Immaginare, parlare, ragionare,
pensare e finanche ascoltare una musica più complessa di tre accordi e quattro
note stanca, annoia, i cervelli delle persone non sono più abituati ad
ascoltare, a guardare, ad accorgersi della bellezza. Taluni potrebbero pensare
che ciò sia assolutamente immorale e forse lo è ma allora anche tutte le
religioni di tutti i tempi e tutti i governi non profondamente e realmente democratici
di tutte le epoche lo sono. Ciò per quanto concerne la morale collettiva, la
morale condivisa, potrebbe anche essere un’ipotesi ma resta la questione della
morale in sé, che è intrinsecamente individuale. Le scelte di ognuno sono
ovviamente condizionate da una serie di fattori esterni, quali la disponibilità
economica, il livello culturale, il grado di mobilità, il luogo in cui si
abita, etc. ma le scelte dettate dalla propria morale sono e continuano ad
essere individuali. Alcune religioni parlano di ‘libero arbitrio’, nella loro
immensa capacità comunicativa, in quanto è ovvio che, per quanto si provi e si
riesca a determinarle, le scelte individuali possono essere imprevedibili. Certo
ci sono studi che fanno sì che nei grandi magazzini prima di una determinata
festività le vendite di un tal giocattolo siano talmente alte da non riuscire a
far fronte alla produzione e questo rientra nel controllo di fattori di
prevedibilità e imprevedibilità e, a ben guardare, l’immoralità insita nell’acquisto
di un giocattolo pubblicizzatissimo per celebrare una festività che dovrebbe
essere spirituale, che presumibilmente è stato fabbricato da altri bambini
sfruttati e sottopagati e che probabilmente inquina l’ambiente in cui si vive,
non è poi così difficile da comprendere. Eppure definire cosa è immorale
significa applicare un sistema di valori e di scelte personali alle scelte di
altre persone. La morale è ancor più indefinibile e al contempo tanto semplice
da agire, pertanto considerare la ‘morale’ come qualcosa di noioso, da grandi
sbadigli è un po’ come considerare tutte le scelte, anche minime, che si
attuano durante la vita qualcosa di noioso e che suscita grandi sbadigli.
Questa ricetta vegana è ispirata all’importanza della morale
nella vita individuale e collettiva di ciascuno.
Olio extra vergine di oliva
Sale iodato
Menta fresca
Pomodori freschi
Bistecchine di soia
Acqua
Cipolletta bianca
Aglio rosso di Sulmona del Parco Nazionale del Gran Sasso e
Monti della Laga
Far rinvenire le bistecchine di soia in acqua tiepida, quindi
scaldare l’olio in una padella con poca cipolla e uno spicchio d’aglio tritati
finemente, aggiungere la soia scolata, strizzata e tagliata grossolanamente a
listerelle di circa tre centimetri per mezzo centimetro, farla saltare in
padella a fuoco vivace girando bene, dopo un paio di minuti o poco più
aggiungere i pomodori lavati e tagliati a dadini, la menta fresca, salare e
dopo aver fatto cuocere a fuoco vivace per qualche minuto abbassare la fiamma,
coprire e lasciar cuocere per un quarto d’ora circa.
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