martedì 11 ottobre 2016

Pasta di piselli con daikon

Pasta di piselli con daikon

Il patriottismo è spesso confuso con il fanatismo militarista e l’affettata dimostrazione di fedeltà ad istituzioni militari o civili. Si celebra nei municipi, nelle sedi più prestigiose del governo, nelle caserme eppure l’amor di patria è quello dimostrato giornalmente da milioni e milioni di persone che, nonostante tutto, continuano a creare la meravigliosa diversità italiana.
Gli eroi, i patrioti sono spesso confusi con coloro che hanno sacrificato fino all’ultimo respiro per la nascita e la creazione della nazione ma se è vero da un lato è un’esagerazione.
La patria è composta da tutte quelle persone che vivono, hanno abitato, hanno antenati e sentono di appartenere ad un determinato territorio come parte interagente, come elemento imprescindibile di qualcosa di tanto indefinibile da sembrare ovvio.
Amare la patria, riconoscersi in una bandiera o disconoscerne i colori e gli stemmi come un’offesa ha molto poco a che fare con il servizio militare, con le baionette e le trincee. D’altronde la nazione, lo stato sono concetti moderni, mentre il patriottismo è un sentimento antichissimo che si ritrova in molteplici forme.
Ha a che fare con quello che spesso viene definito il radicamento territoriale, radicamento che spesso ci risulta più evidente e più doloroso quando si è lontani da quel suolo tanto adatto alla nostra conformazione mentale e spirituale.
Certo, l’Italia, essendo il Paese con una tale biodiversità da essere di gran lunga la prima in una gran quantità di ‘classifiche’ sulle differenze che costituiscono l’essenza stessa dell’italianità, non è una nazione che stimola negli abitanti un patriottismo spontaneo. Ad un primo sguardo ma l’apparenza inganna.
Nelle dispense e sulle tavole degli italiani è più facile trovare un buon bicchiere di vino rigorosamente italiano, possibilmente acquistato non troppo lontano dal proprio territorio da chi ne produce di ‘buono’, che bevande straniere e generalmente parlando il ‘coltivato in Italia’ e il ‘fatto in Italia’ danno un senso di fiducia e confidenza che altri prodotti certamente non ispirano, non perché ‘stranieri’ ma perché la produzione italiana è generalmente espressione di una cultura variegata in cui l’orto del vicino produrrà sicuramente qualcosa di diverso, più o meno gradevole in base al gusto, e il produttore medio-piccolo riesce, soprattutto quando ha la capacità decisamente non italiana di consorziarsi e unire le forze con gli altri per affermare la propria specializzazione e specificità, ad attrarre l’attenzione e costruire la fiducia del consumatore anche di quello non troppo consapevole.
Il grande direttore d’orchestra Daniel Baremboim scrive in un suo libro interessantissimo, ‘La musica è un tutto’, edito da Feltrinelli, che è terrorizzato dalle specializzazioni eccessive per cui uno scienziato che studia una determinata materia non sa niente di tutto ciò che accade intorno a lui.
L’altissima specializzazione italiana è invece un distillato di cultura umanistica molto ampia e spesso maggiore è la capacità di conoscenza in tanti settori, più specifica sarà la specializzazione nella produzione e nella creazione. Tipicità tutta italiana, che racchiude in sé l’orgoglio patriottico più puro, quello composto da costanti tentativi di miglioramento e da quel ‘diritto al mugugno’ esercitato dagli abilissimi marinai genovesi di Camogli.
Questa ricetta è ispirata a tutti coloro che si sentono italiani e che sono fieri di esserlo, anche semplicemente riportando nel BelPaese quelle attività che possono costruire sviluppo sostenibile.

Pasta di piselli Biorì
Daikon, rape e foglie
Acqua
Olio extravergine di oliva
Sale iodato
Aglio rosso di Sulmona del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Peperoncino
Gomasio
Sale grigio di Bretagna


Sbucciare le rape di daikon e lavare accuratamente le foglie, tagliarle a pezzetti, considerando che la rapa cuoce leggermente prima della foglia. Scaldare l’olio con peperoncino e aglio tagliato sottile, quando inizia a soffriggere l’aglio mettere la verdura, salare con i sali e il gomasio, far cuocere a fuoco vivace, quindi abbassare la fiamma, coprire con un coperchio e continuare a cuocere. Lessare la pasta di piselli, scolarla e ripassarla in padella col daikon. 

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