Pizzicotti con limone,
noci e melanzane
Fino all’era contemporanea le tecnologie hanno considerato l’essere
umano quale essere perfetto da cui prendere spunto per l’elaborazione di nuove
tecniche, dalla scrittura alla prospettiva, dalla stampa al telegrafo, dalla
‘pelle elettronica’ alla architettura connettiva. Per un verso o per l’altro
pressoché tutte le tecnologie cognitive, meccaniche, elettriche sono state, che
ha intelligentemente teorizzato Marshall McLuhan, un’estensione di sensi, arti
e corpi. Umani, ossia riferiti all’essere umano. Lasciando da parte volutamente
le ispirazioni divine di tali estensioni, delle tecnologie che hanno portato ai
risultati di assoluta perfezione raggiunti da Giotto, Raffaello, Michelangelo,
Caravaggio, Leonardo, si può notare che tutto ciò che è tecnologia, compresa
l’invenzione dell’aereoplano e del sommergibile ovviamente, è ispirata
all’essere umano. L’ultima trovata è quella del cervello e della pelle, del
sistema elettrico di trasmissione delle informazioni e di elaborazione delle
stesse eppure c’è da sperare che la prossima rivoluzione industriale e
tecnologica sarà una rivoluzione ambientalista, non soltanto e sarebbe
auspicabile, nel senso di una rivoluzione che tenderà alla creazione di un
ambiente più sano e salubre, più rispettoso di equilibri ed ecosistemi, bensì
ispirato alla Natura nel suo complesso e nella sua complessità. Ci vorrà
probabilmente molto tempo prima che l’essere umano si renderà conto di essere
in quanto parte integrante della Natura e, sebbene molte persone abbiano
sviluppato tale consapevolezza a livello intellettuale, cognitivo, sensoriale,
ideale, una vera e propria tecnologia ambientale non è mai stata sviluppata ad
oggi. Per tecnologia ambiente di tutta evidenza non si intende una tecnologia
che prenda in considerazione o che agisca in un ambiente dato, bensì
l’estensione tecnologica dell’ambiente stesso. Questa sarà probabilmente la
nuova frontiera della conoscenza e per comprenderne i principi sarà necessario
comprendere ciò che è stato tralasciato o considerato poco rilevante ai fini
dello sviluppo tecnologico, l’ambiente e la Natura. Si può forse partire dall’atavica
relazione mistico-magica degli esseri umani non troppo condizionati da
religioni monoteiste con la Natura o dalle più innovative ipotesi scientifiche
dell’astronomia, della fisica, della matematica ma l’essere umano è destinato
in un modo o nell’altro a non essere più l’unico assoluto modello di conoscenza
del reale e di estensione di tali potenzialità cognitive verso la creazione di
tecnologie connettive.
Potrebbe essere immaginabile la trasformazione delle
tecnologie soltanto immaginando, conoscendo, rispettando e collegandosi con la
Natura, non soltanto per un’auspicabile comprensione dell’importanza della
Natura e dell’ambiente per la vita stessa di esseri umani e tecnologie, bensì
per la realizzazione di innovazione tecnologica e della futura rivoluzione
tecnico-industriale.
Questa ricetta, in cui si mescolano i sapori estivo delle
ultime melanzane dell’orticello ed invernale delle noci locali, è ispirato alla
meravigliosa bellezza della Natura.
Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Lievito madre
Melanzane
Noci locali
Limone non trattato
Lavare e affettare le melanzane, grigliarle, tagliuzzarle con
le forbici. Sgusciare le noci e spezzettarle, lavare il limone e grattugiarne
la buccia. Impastare la farina con acqua in cui è stato sciolto il lievito,
lievito madre, le melanzane, le noci e il limone grattugiato, far lievitare per
almeno una notte. Creare pallettine con le mani di circa due centimetri di
diametro e mettere nella carta forno nella teglia per i plum cake piccoli.
Infornare in forno ben caldo a 200°C o 220°C per il tempo di cottura
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