martedì 20 dicembre 2016

Fiorellini di pasta fyllo con indivia belga witlof e Parmigiano Reggiano

Fiorellini di pasta fyllo con indivia belga witlof e Parmigiano Reggiano

Le piante amano la musica, questo sembra essere stato ormai ampiamente dimostrato da un gran numero di studi scientifici eppure sembrerebbe che non dispongano di un apparato uditivo. Cosa ‘sentono’ le piante quando si propaga nell’aria un certo tipo di musica piuttosto che un altro e perché se si parla loro in modo gentile, e questo può averlo sperimentato chiunque abbia in casa, in giardino o in terrazzo degli amici del regno vegetale, crescono, generalmente parlando, meglio, più rigogliose, più sane e forti? È un bel mistero cui la scienza ha provato a dare risposte senza di fatto riuscire a giungere a nulla che sia davvero comprensibile. C’è chi parla di onde sonore, chi di vibrazioni del suono ma chiunque abbia un giardino o un balcone rigoglioso sa che il segreto è nell’amore che si dedica alla coltivazione delle stesse, nella forza che si esprime occupandosi in modo concreto e gentile di un altro essere vivente. Un po’ come per le persone o per gli animali. Un po’ come dovrebbe forse essere per il pianeta. La musica però ha soltanto marginalmente a che fare con le cure amorevoli, è qualcosa che le piante amano o odiano, come gli esseri umani, i quali sono però dotati di orecchie e apparato uditivo. La scienza può spiegare molte cose ed è utile per il progresso dell’umanità eppure ci sono moltissime spiegazioni che le sono precluse in quanto disciplina che pretende di essere esatta e che dunque applica rigidissimi filtri e modelli teorici per l’osservazione del reale di cui la Natura, nella sua meravigliosa perfezione, si infischia bellamente. Qualunque potatore esperto e abile alla domanda: ‘una volta studiate tutte le caratteristiche botaniche, come si scelgono, quando si è sull’albero, i rami da potare?’ risponderà ‘è la pianta a dirlo’. Le piante non hanno un apparato fonatorio, come fa dunque la pianta a ‘dire’ al potatore quale ramo le crea più disturbo che beneficio? Impossibile secondo la scienza, talmente ovvio da non aver bisogno di parole per la millenaria esperienza distillata nei semplici gesti del potatore esperto. È evidente che nel gesto del potatore c’è un’attenzione, un amore, una conoscenza, una sapienza e una gentilezza che la pianta ‘sente’, così come ‘sente’ la musica, e, a suo modo, si fa capire da chi vuol comprendere.
Questa ricetta è ispirata alla gentilezza necessaria nella coltivazione di piante, politiche e rapporti interpersonali.

Pasta Fyllo
Indivia belga witlof
Parmigiano Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore
Sale rosa dell’Himalaya
Olio extravergine di oliva
Sesamo


Lavare e affettare l’indivia belga, salarla, tagliare dal foglio di pasta fyllo rettangoli di circa 20cmx10cm, porli nel palmo della mano e riempire il centro con la witlof e un tocchetto di Parmigiano, chiudere leggermente la parte centrare e lasciare i lembi del foglio aperti a creare un fiore. Porre i fiorellini in una teglia oliata, spennellare di olio con il pennellino i Genietti, spolverare di sesamo e mettere in forno a 150°C o 170°C per una decina di minuti o un quarto d’ora circa. 

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