Trocoli pugliesi con melanzane, zucchine e robiolino
L’ambientalismo
in Europa ha una storia relativamente lunga e una funzione più che importante.
Per alcuni anni si è infatti immaginato uno sviluppo industriale e tecnologico
che prendesse in considerazione soltanto gli aspetti economici immediati senza
minimamente considerare l’impatto a medio e lungo termine della devastazione
naturale. L’utilizzo esteso di pesticidi, lo sversamento nei fiumi, nell’aria e
nei mari di tossine pericolosissime per la salute umana, animale e naturale è
stato contestato e contrastato da alcuni pionieri, e pioniere, già a partire
dal secondo dopoguerra. Molti passi sono stati compiuti da allora, si è
sviluppata una qualche forma di coscienza collettiva, sono stati istituiti enti ed emanate regole per abbassare il livello di inquinamento e per evitare disastri ambientali. La ricerca industriale e tecnologica ha posto una
attenzione maggiore a prodotti ecologicamente sostenibili, forme di energia e smaltimento di rifiuti più rispettose dell’ambiente, entità
quasi astratta fino a qualche decennio fa e che ha cominciato ad avere una sua
importanza notevole. Moltissimi passi debbono però essere ancora compiuti, è
bellissima la recente scoperta da parte di una ricercatrice italiana di una
larva ghiotta di plastica, la Natura è meravigliosa, e sarebbe davvero
splendido se altri ricercatori italiani, magari in collaborazione con centri di
ricerca internazionali, potessero rintracciare proprio nella Natura quegli ‘antidoti’
alla distruzione della stessa. Certamente l’Italia, con la sua enorme
biodiversità e la creatività che, dicono, caratterizza la popolazione, potrebbe
essere il Paese in grado di trovare soluzioni impensate finora. Altrettanto certo
è che la ricerca in Italia non se la passa benissimo e che per portare avanti
innovazioni utili all’umanità intera sarebbe necessario immaginare reti di
connessione tra centri di ricerca tali per cui la testarda creatività nostrana
possa incontrarsi con l’organizzata ricerca europea e nordamericana abbattendo
nuove frontiere nazionalistiche nella consapevolezza che la tutela dell’ambiente
è molto simile alla ricerca aerospaziale: necessita di una visione ampia e di
una fattiva collaborazione internazionale, senza, ovviamente veder ‘scippati’ i
risultati della ricerca creativa a favore di quella organizzata.
Questa ricetta è
ispirata alla semplicità con cui è possibile, volendo, creare innovazione anche
con elementi semplici.
Olio
extravergine di oliva
Robiolino
Zucchine
romanesche
Melanzane
Sale iodato
Acqua
Trocoli pugliesi
freschi
Lavare e
affettare gli ortaggi, salarli e grigliarli, farli intiepidire, tagliarli a
pezzettini grossolani. Far scaldare l’olio in una padella mentre bolle l’acqua
per la pasta, ripassarvi le melanzane e le zucchine, quindi spegnere il fuoco e
amalgamare con il robiolino. Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente
salata, scolare senza buttare l’acqua di cottura o lasciandone da parte un po’,
condire con la cremina, se necessario aggiungere pochissima acqua di cottura
della pasta.
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