Spezzatino di vitella all’anice e tintura imperiale
cistercense
Il Risorgimento
italiano è stato un momento di grandissimo risveglio culturale, di creazione di
una coscienza nazionale e della presa di consapevolezza della forza del Popolo,
vero sovrano di una Nazione. La libertà e la liberazione dall’oppressione
straniera, dalla vessazione di signorotti e bravacci manzoniani erano due
parole che andavano a braccetto e scaldavano gli animi, infiammati dalla musica
di Verdi, dalle idee di Mazzini, dalle azioni di Garibaldi, dalla diplomazia di
Cavour e dai versi di Manzoni. Giardiniere, carbonari, massoni e giovini
italiani immaginavano, creavano e tramavano l’Italia del futuro, i più audaci
riuscivano ad immaginare anche un’Europa senza confini, forte e unita nelle sue
diversità, un luogo fisico e amministrativo in cui l’Italia avrebbe avuto un
ruolo di primo piano, quella stessa Nazione che non era neanche tale e che
avrebbe impiegato qualche decennio per trovare una sua unità, dignità di popolo
e capacità di azione, per costruire una sua forte economia su quelle che erano
state le basi per la moderna società europea. Dall’Italia dei Comuni, delle
Repubbliche, nasceva l’Italia risorgimentale e si riusciva ad intravedere un
Paese in grado di rivaleggiare con gli altri e di primeggiare in molti settori.
Forse neanche i più visionari sarebbero riusciti a pensare all’Italia di oggi,
presente in tutte le organizzazioni internazionali, parte del G7, leader
mondiale in moltissimi campi e governata in un modo che forse avrebbe succhiato
via l’entusiasmo di tutte le persone valorose, coraggiose e testarde che hanno
fatto sì che l’Italia fosse una Nazione.
È bene ricordare
il Risorgimento, ripercorrere in continuazione la bellezza, l’ironia, la forza
di quel movimento culturale che infiammò letteralmente strade, piazze e l’Europa
intera. Ciò che in qualche modo stupisce è la veicolazione di quelli che erano
i messaggi rivoluzionari: la musica, l’opera furono tra i più potenti mezzi di
comunicazione rivoluzionari.
Oggi, come nel
Risorgimento, come negli anni ’70 del ‘900, come agli albori del teatro
medievale la musica sembra essere privata, svuotata dal potenziale rivoluzionario
quasi a negare l’istintivo e necessario senso di partecipazione alla vita
culturale e pubblica, il bisogno di incontrarsi, parlare, discutere, pensare,
agire e partecipare la cultura.
Questa ricetta è
ispirata all’importanza della musica per lo sviluppo del libero pensiero.
Spezzatino di
vitella acquistato dal macellaio di fiducia
Sale integrale
siciliano
Semi di anice
per la preparazione di dolciumi e taralli, da non confondere con l’anice
stellato
Acqua
Tintura
imperiale (alcool 90%) all’anice preparata dai Monaci Cistercensi dell’Abbazia
di Casamari
Pulire lo
spezzatino togliendo eventuali nervetti e pezzi di grasso in eccesso, porlo in
una pentola di acciaio o di coccio a temperatura ambiente, farlo sigillare a
fuoco vivace con una abbondante manciata di semi di anice, quando avrà fatto
asciugare tutto il suo liquido, salare e sfumare con acqua e tintura imperiale
nella proporzione di circa mezzo dito in un bicchiere da birra. Quindi coprire
col coperchio e far cuocere a fuoco più basso, quando è necessario aggiungere
acqua fino a cottura ultimata.
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