martedì 23 maggio 2017

Spezzatino di vitella all’anice e tintura imperiale cistercense

Spezzatino di vitella all’anice e tintura imperiale cistercense

Il Risorgimento italiano è stato un momento di grandissimo risveglio culturale, di creazione di una coscienza nazionale e della presa di consapevolezza della forza del Popolo, vero sovrano di una Nazione. La libertà e la liberazione dall’oppressione straniera, dalla vessazione di signorotti e bravacci manzoniani erano due parole che andavano a braccetto e scaldavano gli animi, infiammati dalla musica di Verdi, dalle idee di Mazzini, dalle azioni di Garibaldi, dalla diplomazia di Cavour e dai versi di Manzoni. Giardiniere, carbonari, massoni e giovini italiani immaginavano, creavano e tramavano l’Italia del futuro, i più audaci riuscivano ad immaginare anche un’Europa senza confini, forte e unita nelle sue diversità, un luogo fisico e amministrativo in cui l’Italia avrebbe avuto un ruolo di primo piano, quella stessa Nazione che non era neanche tale e che avrebbe impiegato qualche decennio per trovare una sua unità, dignità di popolo e capacità di azione, per costruire una sua forte economia su quelle che erano state le basi per la moderna società europea. Dall’Italia dei Comuni, delle Repubbliche, nasceva l’Italia risorgimentale e si riusciva ad intravedere un Paese in grado di rivaleggiare con gli altri e di primeggiare in molti settori. Forse neanche i più visionari sarebbero riusciti a pensare all’Italia di oggi, presente in tutte le organizzazioni internazionali, parte del G7, leader mondiale in moltissimi campi e governata in un modo che forse avrebbe succhiato via l’entusiasmo di tutte le persone valorose, coraggiose e testarde che hanno fatto sì che l’Italia fosse una Nazione.
È bene ricordare il Risorgimento, ripercorrere in continuazione la bellezza, l’ironia, la forza di quel movimento culturale che infiammò letteralmente strade, piazze e l’Europa intera. Ciò che in qualche modo stupisce è la veicolazione di quelli che erano i messaggi rivoluzionari: la musica, l’opera furono tra i più potenti mezzi di comunicazione rivoluzionari.
Oggi, come nel Risorgimento, come negli anni ’70 del ‘900, come agli albori del teatro medievale la musica sembra essere privata, svuotata dal potenziale rivoluzionario quasi a negare l’istintivo e necessario senso di partecipazione alla vita culturale e pubblica, il bisogno di incontrarsi, parlare, discutere, pensare, agire e partecipare la cultura.
Questa ricetta è ispirata all’importanza della musica per lo sviluppo del libero pensiero.  

Spezzatino di vitella acquistato dal macellaio di fiducia
Sale integrale siciliano
Semi di anice per la preparazione di dolciumi e taralli, da non confondere con l’anice stellato
Acqua
Tintura imperiale (alcool 90%) all’anice preparata dai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di Casamari


Pulire lo spezzatino togliendo eventuali nervetti e pezzi di grasso in eccesso, porlo in una pentola di acciaio o di coccio a temperatura ambiente, farlo sigillare a fuoco vivace con una abbondante manciata di semi di anice, quando avrà fatto asciugare tutto il suo liquido, salare e sfumare con acqua e tintura imperiale nella proporzione di circa mezzo dito in un bicchiere da birra. Quindi coprire col coperchio e far cuocere a fuoco più basso, quando è necessario aggiungere acqua fino a cottura ultimata. 

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