Fagottelli fave e pecorino
Le religioni,
talvolta, possono essere un potentissimo mezzo di costruzione di pace. La
storia ha spesso dimostrato il contrario, soprattutto quando il clero è stato
guidato da persone senza scrupoli, prive di qualunque forma di spiritualità e
con una gran brama di potere cosiddetto temporale, quale il Bonifacio VIII
magistralmente raccontato da Dario Fo. In nome delle divinità si sono sempre
perpetrati crimini efferati e orrori indescrivibili eppure le religioni, tanto
attente a controllare anche e soprattutto le più intime manifestazioni del
piacere umano, dalla procreazione alla danza, dal gusto della convivialità alla
musica e alla danza, in talune, rare ed importanti occasioni, possono essere la
chiave di volta per costruire pace anziché guerra e distruzione. In teoria,
molto in teoria, chi afferma di amare le divinità sostiene sovente che la
divinità in questione è puro e assoluto amore. Difficile comprendere, per chi
non ha tali convinzioni, il passaggio da amore infinito a massacri efferati mentre
è molto più apprezzabile ed emozionante vedere migliaia di persone in profonda
meditazione pregare e agire per costruire concretamente giorno per giorno
momenti di incontro pacifico. Il recente viaggio di Papa Francesco in Medio
Oriente in cui Bergoglio ha costruito ponti di comprensione tra religioni e
religiosi, chiedendo a gran voce ‘costruttori di pace’, è certamente un gran
passo avanti dell’umanità intera verso la creazione e il mantenimento di quella
società i cui principi fondamentali sono la pace, l’amore e la comprensione.
Gli abbracci tra esponenti religiosi mediterranei hanno effettivamente
trasmesso l’idea profondamente cristiana, oggettivamente molto bella e alla
base di mote moderne società libere, dell’incontro, della comprensione
reciproca, del rispetto e del solido abbraccio ecclesiale in cui sentirsi
protetti, amati e soprattutto partecipi. Francesco I è un pontefice di enorme
carisma e una persona che agisce concretamente in quel delicato, complesso e
meraviglioso meccanismo di costante creazione della pace, probabilmente Mazzini
ne avrebbe avuto un’ottima opinione.
Questa ricetta,
fresca e saporita al contempo, è ispirata alle potenzialità pacifiche delle
religioni, finora piuttosto inesplorate.
Acqua
Farina
Lievito di birra
Fave fresche
Pecorino romano
Impastare la
farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida, far lievitare a lungo.
Sgranare e sbucciare le fave, tagliare il pecorino in pezzettini o in petali.
Creare dischetti di sfoglia di impasto, farcirli con fave e pecorino,
richiudere, porre sulla teglia oliata oppure sulla carta forno. Infornare in
forno ben caldo a 200°C o 210°C per il tempo necessario alla cottura.
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