sabato 6 maggio 2017

Spezzatino bianco semplice

Spezzatino bianco semplice

Il sei maggio 1889 a Parigi viene solennemente inaugurato uno tra i più contestati e discussi monumenti dell’era moderna, la Torre Eiffel, simbolo contemporaneo della Francia al passo coi tempi, tecnologicamente avanguardista e spettacolarmente raffinata.
L’alta costruzione metallica ebbe alterne vicende, i costi lievitarono enormemente in corso d’opera, i fondi governativi vennero ridotti notevolissimamente rispetto all’idea iniziale, Eiffel fu costretto a spostarla da una grande piazza d’armi alle fragili rive della Senna, cosa che ovviamente causò un ulteriore aumento di costi e materiali, dovette trovare soldi e finanziatori e ottenne che la torre inizialmente immaginata quale apertura trionfale della Grande Esposizione Universale che si tenne dal 6 maggio, appunto, al 31 ottobre del 1889 ovvero esattamente un secolo dopo la Presa della Bastiglia, a Campo di Marte, non lontano dalle rive della Senna.
Il mondo era cambiato con una rapidità straordinaria, si era passati dalle parrucche imbellettate ai cappelli a cilindro, le rivoluzioni industriali avevano completamente cambiato città, economie, società, governi.
I metodi di produzione, il lavoro, le condizioni di vita, tutto era cambiato o era in rapidissimo cambiamento. Molte battaglie civili e politiche dovevano essere portate avanti e molti progressi si ottennero anche in campo sociale. Con le tecnologie si andò creando il moderno concetto di Stato, di Cittadinanza, di partecipazione democratica, qualcosa di assolutamente impensabile fino a pochi decenni prima e che avrebbe impiegato non poco per riuscire ad affermarsi.
Dazi, gabelle e confini rallentavano il progresso tecnologico e politico del Vecchio Continente mentre nel Nuovo si combatteva a colpi di rivoltelle e concessioni edilizie, lo Stato di Diritto era un’idea ma molto utopistica per l’epoca.
Oggi immaginare un’Europa divisa internamente da confini e dogane, pensare al trasporto merci senza treni, pesanti navi, tir e aerei fa quasi ridere eppure ci sono molte similitudini tra i cambiamenti occorsi a cavallo tra XIX e XX secolo e quelli che hanno modificato radicalmente e completamente trasformato le modalità produttive e lavorative.
Il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, ha individuato nelle evidenti modificazioni delle forme di lavoro l’opportunità per creare nuove competenze e innovative idee di benessere sociale ed economico. Sarebbe bello che i leader mondiali avessero tale lungimiranza, certamente l’Unione europea, fondata sul principio stesso della società aperta, libera, democratica, è una forma di unione tra Paesi che potrebbe fornire delle risposte adeguate alle continue trasformazioni degli universi lavorativi in continua evoluzione.
Fondamentale è l’idea della formazione continua e della fiducia nella capacità della cittadinanza di trovare nuove strade, nuove modalità di azione. Le società contemporanee, libere e aperte hanno la capacità di mettere la cittadinanza nelle condizioni di poter accedere agli strumenti formativi, importantissimo a questo punto è la ridefinizione di ciò che è il diritto del lavoro e i diritti di lavoratrici e lavoratori. L’UE può essere un ottimo punto di partenza per ridefinire il diritto del lavoro a livello sovranazionale perché è più che evidente che oggidì il diritto è internazionale e non soltanto nazionale e locale.
Papa Francesco I Bergoglio ha parlato in più occasioni di Nuovo Umanesimo, di porre nuovamente l’essere umano con le sue complessità al centro dell’evoluzione sociale e forse è proprio questa la chiave di volta dell’evoluzione progressista e non devoluzionista del diritto del lavoro.
Questa ricetta è ispirata alle nuove opportunità di libertà create dallo sviluppo tecnologico e da società aperte.

Spezzatino di vitellone acquistato dal macellaio di fiducia
Sale di rocca
Tintura imperiale dell’Abbazia di Casamari
Acqua
Semi di finocchio selvatico
Maggiorana
Bacche di ginepro
Birra

Mettere lo spezzatino nella pentola a temperatura ambiente avendo cura di togliere eventuali nervetti e pezzetti di grasso in eccesso. Far cuocere a fuoco vivace ma non troppo, girando qualche volta, quando avrà esaurito tutto il liquido naturale, aggiungere i semi di finocchio, la maggiorana, le bacche di ginepro, dunque sfumare con neanche mezzo bicchierino di tintura imperiale in un bel bicchiere d’acqua, salare. Coprire, abbassare la fiamma, far cuocere, girando di quando in quando, finché avrà assorbito il liquido, quindi alzare la fiamma, sfumare con la birra, riabbassare la fiamma, coprire e far cuocere, girando quando necessario, finché avrà assorbito il liquido, quindi aggiungere acqua, girare, coprire, far cuocere a fuoco basso fino a che la carne sarà sfilacciata al punto giusto. Aggiungere, una ventina di minuti prima di spegnere il fuoco, quindi quando c’è ancora sufficiente liquido oppure aggiungendo acqua prima di mettere le verdure, a piacere patate sbucciate, lavate, tagliate a dadotti e salate, carciofi mondati, ben lavati, privati delle foglie dure e del pelo, tagliati a spicchi o listerelle, oppure fave fresche sgranate e sbucciate o asparagi puliti, privati della parte dura, lavati e tagliati a fettine lasciando intatte le punte.

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