Spezzatino bianco semplice
Il sei maggio
1889 a Parigi viene solennemente inaugurato uno tra i più contestati e discussi
monumenti dell’era moderna, la Torre Eiffel, simbolo contemporaneo della
Francia al passo coi tempi, tecnologicamente avanguardista e spettacolarmente
raffinata.
L’alta
costruzione metallica ebbe alterne vicende, i costi lievitarono enormemente in
corso d’opera, i fondi governativi vennero ridotti notevolissimamente rispetto
all’idea iniziale, Eiffel fu costretto a spostarla da una grande piazza d’armi
alle fragili rive della Senna, cosa che ovviamente causò un ulteriore aumento
di costi e materiali, dovette trovare soldi e finanziatori e ottenne che la
torre inizialmente immaginata quale apertura trionfale della Grande Esposizione
Universale che si tenne dal 6 maggio, appunto, al 31 ottobre del 1889 ovvero
esattamente un secolo dopo la Presa della Bastiglia, a Campo di Marte, non
lontano dalle rive della Senna.
Il mondo era
cambiato con una rapidità straordinaria, si era passati dalle parrucche
imbellettate ai cappelli a cilindro, le rivoluzioni industriali avevano
completamente cambiato città, economie, società, governi.
I metodi di
produzione, il lavoro, le condizioni di vita, tutto era cambiato o era in
rapidissimo cambiamento. Molte battaglie civili e politiche dovevano essere
portate avanti e molti progressi si ottennero anche in campo sociale. Con le
tecnologie si andò creando il moderno concetto di Stato, di Cittadinanza, di
partecipazione democratica, qualcosa di assolutamente impensabile fino a pochi
decenni prima e che avrebbe impiegato non poco per riuscire ad affermarsi.
Dazi, gabelle e
confini rallentavano il progresso tecnologico e politico del Vecchio Continente
mentre nel Nuovo si combatteva a colpi di rivoltelle e concessioni edilizie, lo
Stato di Diritto era un’idea ma molto utopistica per l’epoca.
Oggi immaginare
un’Europa divisa internamente da confini e dogane, pensare al trasporto merci
senza treni, pesanti navi, tir e aerei fa quasi ridere eppure ci sono molte
similitudini tra i cambiamenti occorsi a cavallo tra XIX e XX secolo e quelli
che hanno modificato radicalmente e completamente trasformato le modalità
produttive e lavorative.
Il Primo
Ministro del Canada, Justin Trudeau, ha individuato nelle evidenti modificazioni
delle forme di lavoro l’opportunità per creare nuove competenze e innovative
idee di benessere sociale ed economico. Sarebbe bello che i leader mondiali
avessero tale lungimiranza, certamente l’Unione europea, fondata sul principio
stesso della società aperta, libera, democratica, è una forma di unione tra
Paesi che potrebbe fornire delle risposte adeguate alle continue trasformazioni
degli universi lavorativi in continua evoluzione.
Fondamentale è l’idea
della formazione continua e della fiducia nella capacità della cittadinanza di
trovare nuove strade, nuove modalità di azione. Le società contemporanee,
libere e aperte hanno la capacità di mettere la cittadinanza nelle condizioni
di poter accedere agli strumenti formativi, importantissimo a questo punto è la
ridefinizione di ciò che è il diritto del lavoro e i diritti di lavoratrici e
lavoratori. L’UE può essere un ottimo punto di partenza per ridefinire il
diritto del lavoro a livello sovranazionale perché è più che evidente che
oggidì il diritto è internazionale e non soltanto nazionale e locale.
Papa Francesco I
Bergoglio ha parlato in più occasioni di Nuovo Umanesimo, di porre nuovamente l’essere
umano con le sue complessità al centro dell’evoluzione sociale e forse è
proprio questa la chiave di volta dell’evoluzione progressista e non
devoluzionista del diritto del lavoro.
Questa ricetta è
ispirata alle nuove opportunità di libertà create dallo sviluppo tecnologico e
da società aperte.
Spezzatino di
vitellone acquistato dal macellaio di fiducia
Sale di rocca
Tintura
imperiale dell’Abbazia di Casamari
Acqua
Semi di
finocchio selvatico
Maggiorana
Bacche di
ginepro
Birra
Mettere lo spezzatino nella pentola a temperatura ambiente avendo cura di
togliere eventuali nervetti e pezzetti di grasso in eccesso. Far cuocere a
fuoco vivace ma non troppo, girando qualche volta, quando avrà esaurito tutto
il liquido naturale, aggiungere i semi di finocchio, la maggiorana, le bacche
di ginepro, dunque sfumare con neanche mezzo bicchierino di tintura imperiale
in un bel bicchiere d’acqua, salare. Coprire, abbassare la fiamma, far cuocere,
girando di quando in quando, finché avrà assorbito il liquido, quindi alzare la
fiamma, sfumare con la birra, riabbassare la fiamma, coprire e far cuocere,
girando quando necessario, finché avrà assorbito il liquido, quindi aggiungere
acqua, girare, coprire, far cuocere a fuoco basso fino a che la carne sarà
sfilacciata al punto giusto. Aggiungere, una ventina di minuti prima di
spegnere il fuoco, quindi quando c’è ancora sufficiente liquido oppure
aggiungendo acqua prima di mettere le verdure, a piacere patate sbucciate,
lavate, tagliate a dadotti e salate, carciofi mondati, ben lavati, privati
delle foglie dure e del pelo, tagliati a spicchi o listerelle, oppure fave
fresche sgranate e sbucciate o asparagi puliti, privati della parte dura,
lavati e tagliati a fettine lasciando intatte le punte.
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