Petto di tacchino ‘alla livornese’
Il baccalà ha
una lunghissima storia che unisce i quattro cantoni d’Europa e simboleggia, per
taluni versi, le straordinarie capacità comunicative degli esseri umani nel
corso della storia.
Questa ricetta,
che prende ispirazione da quella del baccalà alla livornese, è ispirata ad
Antonio Meucci, amico sempiterno di Giuseppe Garibaldi, patriota, genio incompreso,
inventore del telefono.
Olive nere
Olio
extravergine di oliva
Patate
Timo fresco
Menta fresca
Sale iodato
Farina tipo 2
Petto di
tacchino acquistato dal macellaio di fiducia
Aglio di Sulmona,
pochissimo
Cipolla ramata,
un’ombra
Tagliare la
carne a dadotti di circa 2 cm, passarli nella farina. Sbucciare le patate, denocciolare
le olive nere e sciacquarle, sbucciare e tagliare le patate molto sottili,
tritare pochissima cipolla e aglio. Far scaldare l’olio con aglio e cipolla,
aggiungere la carne infarinata, le olive e le erbe aromatiche, salare, girare
bene e far cuocere coperto a fuoco bassissimo.
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