Pizza rossa marinara con cipollina fresca
Braccia rubate
all’agricoltura è un modo di dire molto diffuso per indicare persone impiegate
impropriamente in posti di responsabilità. Spesso riferito ai politici inetti o
anche a qualunque impiegato, in particolare dello Stato, oppure ad incensati
intellettuali, architetti, ingegneri, sta pian piano perdendo il suo senso originario.
Se infatti il bracciante agricolo o il contadino fino a qualche anno fa poteva
essere persona assolutamente priva delle più basilari nozioni e conoscenze
purché dotato di forza e resistenza fisica, oggidì gli agricoltori sono spesso
persone che hanno intrapreso studi molto complessi, conoscono e applicano
principi della chimica, della fisica, delle più innovative tecnologie e debbono
essere costantemente all’avanguardia nell’apprendimento di nuove tecniche colturali.
Chiunque abbia provato a coltivare un orto, attività molto utile per rilassarsi
e per mangiar sano, o anche un giardino, sa benissimo che la produzione di cibo
non è cosa da affidare a degli incapaci. Paradossalmente, se le famigerate
braccia rubate all’agricoltura, non sono più utilizzabili nei campi per i
motivi di cui sopra, cosa possono fare costoro? In Italia, e non soltanto, pare
che l’occupazione in cui vi è maggiore disponibilità per tali soggetti sia la
politica, ovverosia quell’ambito delle relazioni e delle azioni civiche e
sociali che abbisognerebbe di quelle menti che ora troviamo spesso impegnate
nel cercar di comprendere in che modo concimare i campi senza inquinare i suoli
o l’ambiente, il problema è che costoro hanno spesso, se non sempre, una
conoscenza molto blanda delle tecniche di azione politica e quindi continuano a
coltivare imperterriti i loro orti senza aver possibilità di agire criticamente
sulla società in cui vivono, e che nutrono. La questione, come direbbe Giulio Andreotti,
politico certamente di altissimo spessore intellettuale e discutibile moralità,
è un po’ più complessa di come appare e, al momento, non sembrano esservi
soluzioni alla distruzione sistematica di conquiste sociali, culturali, politiche
da parte di braccia che non si può più pensare siano rubate all’agricoltura
perché, per l’appunto, per coltivare la terra ci vuole ciò di cui sono massimamente
carenti: intelligenza, cultura, buon senso.
Questa ricetta è
ispirata alle grandi questioni irrisolte della politica italiana ed
internazionale.
Farina tipo 2,
prevalente
Farina tipo 00
Lievito di birra
Acqua
Olio extra
vergine di oliva
Sale iodato
Passata di
pomodori
Origano
Cipollina fresca
Unire le due
farine e impastarle con acqua e lievito. Far lievitare. Stendere l’impasto in
una teglia leggerissimamente oliata, con le mani unte di olio, condire con la
passata allungata con l’acqua in base alla consistenza desiderata e condita con
sale, olio, origano. Aggiungere fettine sottilissime di cipollina fresca al
posto del tradizionale aglio. Cuocere in forno molto ben caldo per il tempo necessario
alla cottura.
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