Crocchette di
patate, cavolo nero, bieta e fagioli viterbesi
Il Medioevo è
stato considerato per molti anni un periodo buio e statico della storia,
vagamente studiato sui libri e poco amato dalla cultura di massa, da qualche
tempo è stato, però, ampiamente rivalutato. Se ciò è bene per moltissimi
aspetti, non si devono certamente dimenticare i motivi, le ragioni che l’hanno
fatto considerare un’epoca atroce, di regressione sociale, culturale e morale.
Vi sono infatti, in quei secoli, i germi delle società contemporanee, quegli
elementi che, mazzinianamente parlando, hanno portato l’Umanità a progredire e
anche quelle distorsioni che, in questa sorta di Età di mezzo in cui le
rivoluzioni elettroniche e tencologiche si susseguono con frequenza stromboliana,
tendono ad essere sottovalutate, talvolta non arginate in tempo.
Questa ricetta è
ispirata a Jean-Jaques Rousseau e alle distorsioni che del suo pensiero, della sua
opera e del suo nome vengono perpetrate da un gruppuscolo di forcaioli.
Cavolo nero
Aglio rosso di
Sulmona
Cipolla ramata
Bieta selvatica
di campo
Fagioli
viterbesi
Olio
extravergine di oliva
Patate
Sale iodato
Olio extravergine
di oliva aromatizzato al rosmarino
Pangrattato
Far rinvenire i
fagioli in acqua, dunque lessarli. Mondare e lavare bene le verdure, lessarle al
dente, scolarle. Lessare le patate con tutta la buccia, scolarle, sbucciarle e
passarle nel passapatate, condirle con sale e olio. Triturare le verdure, l’aglio,
la cipolla e i fagioli nel mixer condendo con sale e olio aromatizzato al
rosmarino, unire il composto alle patate frante, farne palline da ripassare nel
pangrattato, dunque porre in una pentola oliata e cuocere in forno a circa
180°C per il tempo necessario oppure friggere.
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