sabato 2 marzo 2019

Pizzoccheri al telefono


Pizzoccheri al telefono

“La guerra è qualcosa che pensi non esista fino a che non ti scoppia una granata nel giardino”, ha affermato in un’intervista Anur Hadziomerspahic, famoso pubblicitartista sarajevese scampato agli eccidi scappando a Milano che lo accolse all’Accademia di Brera. La frase potrebbe sembrare assurda eppure, alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi e anni, non si può non pensare che il fascismo è qualcosa che pensi non esista fino a che non viene proclamato. Da molti lustri si sta assistendo alla de-democraticizzazione della Repubblica italiana e alla riduzione sistematica e sistemica delle libertà civili, politiche, culturali. Come spesso accade nei periodi di confusa transizione o di contraccolpo a qualche rivoluzione culturale, sociale, politica, tecnologica la classe politica risponde creando vuoti istituzionali, ma in politica i vuoti si riempiono sempre e la storia insegna che è molto pericoloso.
Questa ricetta è ispirata ai bestemmiatori da tastiera, gli ignavi del III millennio.  

Pizzoccheri della Valtellina
Passata di pomodoro De Cecco
Rosmarino fresco
Aglio rosso di Sulmona
Acqua
Mozzarella
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Sale iodato

Preparare un sugo leggero con la passata allungata con l’acqua, il sale, il rosmarino e l’aglio. Nel frattempo lessare i pizzoccheri in abbondante acqua salata bollente. Disporre in una terrina abbastanza larga un po’ di sugo con parte della mozzarella sbriciolata e del parmigiano grattugiato, fare un altro strato di pizzoccheri, dunque di condimento, lasciar riposare per un paio di minuti, impiattare.

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