lunedì 18 luglio 2016

Baccalà al forno con Pachino secchi, origano ibleo e sesamo


L'Aventino è uno strano luogo, è il colle su cui si ritirarono i parlamentari che si opponevano alla dittatura per manifestare il loro dissenso in modo democratico ed è il colle alle cui pendici è giunto il corteo guidato dall'allora Presidente del Consiglio Italiano e dall'allora Sindaco di Roma per chiedere a gran voce alle Nazioni Unite di approvare lo Statuto istitutivo della Corte Penale Internazionale per ribadire il principio fondamentale del diritto penale internazionale nullum crimen, nulla poena sine lege. Come è evidente dalla dicitura è un principio del diritto romano, che a pochi passi dall'Aventino, uno tra i sette colli su cui è stata leggendariamente edificata Roma, si esprimeva qualche secolo fa in complesse e molto arzigogolate dissertazioni.
Lo Statuto venne approvato, prendendo il nome di Statuto di Roma, il 18 luglio del 1998. Diciott'anni sono passati da quella calda giornata romana, la vita di un giovane adulto che raggiunge la maggiore età.
Questa ricetta si ispira alla semplice forza delle idee.


Vino bianco
Sesamo
Origano Monti Iblei
Olio extravergine di oliva
Pomodorini Pachino secchi siracusani


Sciacquare i pomodori secchi di Pachino, tagliarli a pezzi grossolani. Adagiare il baccalà dissalato in una teglia, aggiungere vino a coprire il filetto di baccalà senza affogarlo, indi l'olio, l'origano, i pomodorini, cospargere il filetto con sesamo.

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