Minestra d’ottobre
Il CETA, Comprehensive Economic and Trade Agreement, è lo
storico accordo euro-canadese per abbattere le frontiere commerciali con
conseguente riconoscimento delle denominazioni per i prodotti tipici definiti
dagli disciplinari pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
recentemente firmato da Canada e UE. Molte persone hanno aspramente criticato
tale trattato, molte altre hanno invece gioito per l’apertura di nuove
possibilità commerciali e di esportazione proprio di quei DOP, DOC, IGP, STG le
cui certificazioni non venivano considerate valide nel territorio
nordamericano. Se l’Europa ha una enorme varietà di prodotti con specificità
territoriali e storiche costruite in secoli e spesso millenni di distillazione
di sapienze contadine ed enogastronomiche, il Canada dovrà probabilmente,
proprio grazie a questo accordo con l’UE che farebbe sperare in una futura
Unione comprendente anche Paesi che sono geograficamente ma non culturalmente
distanti dall’Europa, ritornare alle proprie origini e chiedere alle Six Nations
di sviluppare insieme una sorta di catalogo di specialità locali. Oltre alle
rielaborazioni tutte canadesi di alcune ricette di origine europea, tra cui i
bagel o l’eiswein, vi sono infatti molte tipicità che sono riconducibili alle
tradizioni locali delle Sei Nazioni. Il Canada, dunque, per essere davvero
competitivo in questo nuovo mercato dovrà riscoprire e valorizzare la propria
cultura, ritrovare le radici e recuperare gli antichi saperi da quelle tribù,
da quelle popolazioni che sono state marginalizzate e che, pian piano, stanno
tornando ad essere parte attiva della società canadese. Una di quelle
situazioni che piacciono tanto al Primo Ministro canadese, il geniale e straordinariamente
talentuoso Justin Trudeau, in cui non ci sono vincitori e vinti ma soltanto
vincitori in ciò che Mazzini chiamava il progresso dell’Umanità.
Questa ricetta è
ispirata all’importanza della riscoperta delle radici storiche e culturali per
il progressivo sviluppo sostenibile delle società contemporanee.
Zucca
Patate
Carote
Radicchio
Funghi
champignon
Noci
Ravanelli
Lattuga
Fagioli corallo,
detti anche fagiolini piatti o taccole
Fagioli
mascherini della Garfagnana
Olio
extravergine di oliva
Timo
Salvia
Acqua
Sale integrale
siciliano
Mettere a bagno
i fagioli mascherini per una notte, dunque scolarli, sciacquarli e metterli in
pentola. Sbucciare le patate, le carote e la zucca, sciacquarle, tagliarle a dadotti,
pulire i funghi e i ravanelli, tagliarli a fette, lavare bene lattuga e
radicchio, tagliarli a listerelle, sbucciare le noci e pulire bene i gherigli,
sciacquare le erbe aromatiche. Mettere tutto in pentola, aggiungere acqua e
sale, far cuocere a lungo. Servire con crostini di pane oppure pastina corta e
un filo d’olio, a piacere qualche pezzetto di formaggio.
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