Polpettone di manzo con Dolcetto d’Alba
In queste
giornate infiammate dagli eventi spagnoli molto si è parlato di diritto all’autodeterminazione
cercando stiracchiati quanto spesso impropri raffronti con realtà italiane,
belghe, scozzesi. Partendo dal presupposto che nell’era moderna il popolo
dovrebbe avere il diritto di scegliere, per lo meno in Europa, se sostenere una
monarchia o preferire una repubblica non si può non notare che vi sono
molteplici questioni da osservare con una certa attenzione nella crisi
spagnola. Oggi è giornata di sciopero generale nella regione di Barcellona,
scelta più che rispettabile, ma forse è il caso di ricordare che il referendum
indetto dalla Regione della Catalogna è stato dichiarato incostituzionale dalla
suprema Corte spagnola e definito farsesco dal premier spagnolo ma, come ha
giustamente fatto notare Massimo Bordin durante la rassegna mattutina Stampa e
Regime in onda su Radio Radicale, se si considera ‘farsesca’ una consultazione
elettorale non confacente ai dettami di quella Costituzione grazie alla quale
in varie occasioni la Spagna ha evitato derive totalitarie e colpi di Stato si
battono le mani, si dice ‘bravi’ e si torna in quello che teatralmente è lo
spazio tempo del quotidiano, differente in sostanza da quello spettacolare che
molti critici teatrali definiscono spazio-tempo dell’extra-quotidiano. I civili
debbono sempre essere tutelati dalle forze dell’ordine, non attaccati, questo è
un assioma fondamentale delle democrazie europee eppure quello che è accaduto a
Barcellona crea un precedente, una violazione della norma atta a garantire lo
stato di diritto per ottenere il rispetto dell’ispirazione legislativa. La
sovranità popolare, la volontà del popolo e il diritto di autodeterminazione
sono principi ispiratori della Costituzione ma la Carta non può essere tradita
nel suo contenuto per affermare tali principi, bisognerebbe agire nei margini
della legalità e una regione che si oppone al rispetto della legge
costituzionale è considerabile al di fuori della legge pertanto avrebbe dovuto,
anziché forzare con l’azione dimostrativa, riformulare la richiesta
referendaria così da renderla costituzionalmente accettabile oppure modificare
la forma della consultazione, presentandola non come un referendum ma come
consultazione popolare per l’eventuale richiesta di referendum. Il governo di
Madrid ha cercato di impedire la violazione della legge, con più o meno
convinzione, ha, di fatto, usato violenza, non in maniera eccessivamente sanguinaria
ma nemmeno con la delicatezza che dovrebbe essere usata nei confronti di inermi
cittadini che debbono sentirsi sicuri di essere protetti dalle forze dell’ordine
e non attaccate, contro una potenziale rivoluzione. Uno tra i punti più
complessi è la partecipazione diretta, con tanto di indicazioni su dove trovare
i seggi da parte dell’amministrazione regionale. Se un organismo che
rappresenta lo Stato, il governo regionale, comunica ai cittadini che c’è una
votazione in corso e che per tale motivo sono stati allestiti seggi elettorali
il governo centrale non può e non deve attaccare i cittadini che espletano i
loro doveri di cittadinanza esprimendosi, in base proprio alle norme
costituzionali, mediante il voto pacificamente espresso presso urne dichiarate
legittime dall’autorità istituzionale, seppur regionale. Evidentemente la
questione scozzese, con la richiesta di ripetere un referendum ritenuto
legittimo in virtù di un sostanziale cambiamento nell’impostazione dei rapporti
tra UE e UK e dunque di una modifica radicale di quei trattati cui gli scozzesi
vogliono aderire, o la annosa questione belga, finora mai risolta da alcun
governo, o ancora quella italiana, con connotazioni ben diverse, è giustamente
ma poco pertinentemente paragonata a quanto accaduto in Spagna.
Questa ricetta è
ispirata alle tante sfaccettature della politica europea.
Vino rosso dolcetto
Cipolla dorata
Lesso di manzo
in pezzo unico acquistato dal macellaio di fiducia
Sale integrale
siciliano
Acqua
Semi di
finocchio
Curry mild
Pane raffermo
Pangrattato
fatto in casa o preparato dai suoceri
Carote
Bacche di
ginepro
Timo
Mettere la carne
nel vino con la cipolla, il timo, le bacche di ginepro e i semi di finocchio,
far riposare per alcune ore, girando una volta. Mettere la carne in teglia con
il liquido e gli aromi di ammollo, infornare coperto per qualche ora a fuoco
basso ma non bassissimo, aggiungere sale e acqua quando è necessario. Far intiepidire,
frullare la carne e le verdure, far ammorbidire del pane nel liquido di
cottura, dunque frullare e unire alla carne. Sbattere uno o più uova in base
alla quantità di carne, aggiungerle al composto insieme ad un pizzico di curry
ed eventualmente ad una manciata di pangrattato, compattare nella carta forno
su cui è stato cosparso del pangrattato facendo in modo che il polpettone sia
completamente impanato, richiudere la carta forno, porre in frigo e dunque in
forno ben caldo a circa 200°C per una mezzoretta o per il tempo necessario a
che si formi una crosticina esterna e l’interno rimanga morbido.
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